Bio

title_bio_LUKE

Quella porta ai confini della realtà!

Un ben ritrovati ai nostri lettori! Oggi siamo ai confini delle Langhe, terra di vini e di castelli, per conoscere da vicino una professione decisamente singolare…

L’ambiente è caldo ed accogliente, in giro ci sono layout di ambientazioni, di personaggi, colori in tubetti tra computer, tavolette grafiche, telefoni, tazze vuote e piene, il tutto ricoperto da una fitta coltre di promemoria. Le pareti sono nascoste da quadri, librerie sovraccariche di libri e fumetti, e lavagne verdi riempite, anche qui, da appunti in quantità. L’aria è attraversata da fragranze di caffè e trementina, una decina di pennelli se ne stanno in un angolo appesi ad asciugare, e un cane, indifferente a quello che gli capita intorno, è tutt’uno con una poltrona.

«Ci sono molte scelte da operare prima di ottenere un buon risultato, tecniche e strumenti sono una condizione necessaria ma purtroppo, non sufficiente. Questo è uno di quei lavori in cui non esiste una modalità di default… sì, puoi prenderti una pausa se vuoi, ma non puoi smettere un attimo di pensare mentre lo fai».

Questo era un estratto della chiacchierata col mio anfitrione.

Avete capito dove ci troviamo?

Siamo nel Luke’s Studio, il luogo dove le illustrazioni e i fumetti prendono vita!

«Ti ringrazio per aver accettato l’incontro, sembra passato un secolo dall’ultima volta!»

«Il piacere è mio! Prego!» Mi dice indicandomi una poltrona.

Dal momento che io e Luke ci conosciamo da tempo ormai, gli propongo subito quello che avevo in mente.

«Pensavo» Gli dico «E se ci lasciassimo alle spalle la retorica da marketing aziendale, e facessimo qualcosa di un po’ più interessante? In fondo, se i nostri lettori sono qui è perché sono interessati a smarcarsi dai soliti schemi mainstream, e francamente non credo di essere in grado di persuaderli più di quanto non possano fare le tue opere. Parliamo apertamente, ti va?».

«Hai detto qualcosa?»

«Lo prendo per un sì, proseguiamo!»

Luca Bergesio, conosciuto nell’ambiente come Luke, è un illustratore e fumettista che collabora alla realizzazione di progetti editoriali e di comunicazione

Gli chiedo fino a che punto si debba conoscere un argomento per poterlo rappresentare.

Sebbene il requisito della mia collaborazione, in genere, si limiti alla cura della forma, è vero che avere un quadro più dettagliato del progetto non guasta mai. Se non fosse stato per la formazione nella chimica, avrei trovato certamente più ostacoli nell’illustrazione scientifica in ambito accademico e divulgativo, per esempio. Comunque la forma non può prescindere dal contenuto, e il contenuto parte sempre dallo sceneggiatore, o più in generale, dal committente. É il committente a fornirmi una descrizione più o meno dettagliata di cosa rappresentare, e di quale messaggio vorrebbe trasmettere, magari con l’aiuto di qualche riferimento grafico per darmi meglio l’idea. É tutto quello di cui ho bisogno per svolgere il lavoro in autonomia».

Realizza copertine, illustrazioni e fumetti per editori, e testimonial e manifesti per enti pubblici e privati.

Si dice che un libro non si giudichi dalla copertina. Sulla questione il mercato è un po’ più prosaico di così, per usare un eufemismo» dice.

«Una copertina non serve affatto a giudicare un libro, ma a venderlo. E’ davvero frustrante per un autore scrivere un libro, trovare l’editore giusto, raggiungere un accordo, aspettare un anno e alla fine scoprire di non avere un ritorno. Se quel libro non viene venduto, si è lavorato per niente. La colpa non è dell’opera in sé, ma del fatto che non è mai arrivata tra le mani del Lettore. Perché? … Già, perché…».

“Lavora da remoto dal suo Studio, attraverso un processo feedback con il committente per migliorare ed ultimare e le opere entro la scadenza concordata”

Tradizionalmente questo mestiere si svolge da remoto, è corretto?» Gli domando.

«Proprio così, da Disney a Bonelli, da Glénat a Marvel, tutti e sempre da remoto. Questo sistema agevola entrambe le parti oltre a consentire collaborazioni internazionali altrimenti impossibili, e tra call e piattaforme di trasferimento dati il lavoro diventa ogni giorno più agevole. E poi nessuno vuole vedere un fumettista dal vivo».

“Luke realizza elaborati sia in maniera tradizionale che digitale. Questo dipenderà dalla finalità del progetto, dagli interessi del committente, e dai tempi di consegna”

Mentre parliamo, non posso fare a meno di perdermi nelle splendide immagini appese.

«Quella è una commissione per Natale, cioè, per il prossimo Natale» Dice Luke.

Gli chiedo se sa spiegarmi come delle linee tracciate su un foglio o un monitor riescano a catturare tanto l’attenzione delle persone.

«Me lo chiedo spesso anch’io. Il motivo sicuramente risiede nel fatto che processiamo le immagini più velocemente delle parole. Per quanto breve possa essere, un canale di comunicazione come quello che i  lettori stanno utilizzando in questo momento, un testo scritto, necessita di un processo di decodificazione per accedere sia alla forma, che alle informazioni che essa contiene. Le immagini hanno la peculiare caratteristica di abbattere i muri culturali, le lingue, le età e le epoche, con un solo sguardo. La rappresentazione per immagini è con ogni probabilità la più antica convenzione ideata dall’uomo, ed è ancora utilizzata oggi poiché la sua semplicità è elementare, e come tale non può essere scissa e quindi superata».

Prende un fumetto, e osservandolo continua.

«Quando guardiamo un disegno, l’inchiostrazione, i colori, noi vediamo un tutto, una Gestalt, la trasformazione di una cosa che prima era astratta e trascendente in qualcosa di visibile, tangibile, immanente. Questo fenomeno è forse la cosa che, in questa vita, più si avvicina alla mia idea di magia».

«Guardando i tuoi lavori, non posso fare a meno di notare che sono molto diversi tra loro. Uno è un cartone animato, l’altro sembra un dipinto in stile rinascimentale. È cosa comune, tra gli artisti, quella di spaziare tanto nella rappresentazione delle loro opere?».

«La sperimentazione è sempre stato il cuore pulsante di questo lavoro. La scelta di lavorare unicamente allo sviluppo di una sintesi personale ha indubbiamente i suoi lati positivi, come la riconoscibilità tanto per cominciare, ma d’altro canto a un’eccessiva, chiamiamola “specializzazione”, consegue un’etichetta che allontana inevitabilmente tutte le altre possibilità. Sebbene sia incline al realismo pittorico, ho sempre messo la versatilità al primo posto, proprio per poter studiare da vicino gli stili più disparati, e al contempo favorendo le collaborazioni con le diverse linee editoriali. Posso dire, in definitiva, che per ogni progetto è presente la ricerca di un equilibrio tra forma e colore, tra grafica e parole; lo studio per individuare le giuste dosi al mero scopo di sintetizzare una narrazione capace di dare forza al genere e chiarezza al contesto».

“Perché scegliere un fumetto? Le ragioni sono molte, la più semplice: i canali del fumetto e dell’illustrazione sono popolari oltre che universali. Questo fattore da solo è in grado di staccare nella corsa alla visibilità i più sofisticati piani di comunicazione pubblicitari.”


Il proficuo sodalizio tra il mondo commerciale e quello del fumetto va avanti da tempo ormai, il progresso sembra includere in ogni suo processo produttivo questa fase di ibridizzazione. Come spieghi tale fenomeno?».

«I fumetti piacciono alle persone, non ci vuole uno studio di mercato per capirlo. Dai piccoli commercianti locali alle industrie, dagli organizzatori di eventi fino alle sfilate di alta moda. Le grandi multinazionali, per esempio, ricorrono sempre più spesso alla popolarità del fumetto e dell’illustrazione come mezzo per le pubbliche relazioni, si pensi ai testimonial che compaiono nei loro spot, sulle confezioni dei prodotti e sui social network. E il discorso va ben oltre le finalità economiche, infatti possiamo includere chiunque si sia trovato nella situazione di dover comunicare un messaggio interrogandosi sul modo più efficace per farlo, come le campagne di sensibilizzazione ministeriali, o il proselitismo religioso. E il paradosso è che la caratteristica più apprezzata da chi commissiona un personaggio inventato è proprio la sua concretezza».

«Vale a dire?».

«Beh, un personaggio lo si compra una volta sola, tanto per cominciare. Poi non è soggetto a tutta quella serie di problemi con i quali noi persone reali invece dobbiamo confrontarci, come la salute, il tempo, gli impegni… Non è influenzabile sebbene uno dei suoi compiti sia proprio quello di influenzare, e, cosa più importante, non rischia di mettere a repentaglio la reputazione del rappresentato con le sue scelte, le sue azioni, o la sua vita privata. É un’immagine nata dall’immaginazione e, per un’epoca contrassegnata dal bisogno di soddisfare il proprio ego, scegliere un rappresentante astratto continua a dimostrarsi l’unica opzione davvero capace di sottrarsi alle intricate controversie della personalità umana».

Gli chiedo perché.

«Il pubblico non entra in conflitto come capita con i testimonial in carne ed ossa, perché non prova sentimenti di reale avversione verso qualcosa che, beh, non è reale»

«In conclusione, riusciresti ad individuare una peculiarità che, più delle altre, contraddistingue questa professione?»

«Il momento storico che sta attraversando il Paese in cui viviamo mi ha dato l’opportunità di fare lavori molto diversi tra loro, prima di potermi dedicare interamente all’arte figurativa. Perciò, razionalizzando sulla base delle mie esperienze, penso che la caratteristica più significativa di questo mestiere sia l’incredibile quantità di scelte da operare prima di arrivare ad un risultato finale. Se un artigiano, come per esempio un cuoco o un pasticciere, per produrre i suoi piatti può avvalersi all’occorrenza di una ricetta, chi lavora in ambito artistico sa che non sta scritto da nessuna parte come realizzare il quadro che andrà a dipingere. E’ uno studio continuo perché ogni volta che si troverà di fronte ad un dubbio percorrendo la strada che lo porta al risultato finale, dovrà operare una scelta, dalla quale – e aggiungo nel migliore dei casi – ne ricaverà un profitto o ne pagherà un prezzo. Certo, può ricorrere all’esperienza, ma senza uno studio continuerà a dipingere le cose che gli riescono meglio, come possono essere i primi piani o i mezzi busti, e alla fine il pubblico mangerà la foglia».

«Quindi, l’idea dell’artista che si fa guidare dalla sola ispirazione è davvero un archetipo?».

«Conosco molti autori, e nessuno rientra in questa definizione. Personalmente, penso che il talento è ben poca cosa quando è fine a sé stesso, ed ancora meno quando è raffrontato alla tempra. L’idea romantica può affascinare anche se alla fine, come tutte le semplificazioni, sono convinto che faccia solo il gioco dei bias cognitivi, con i relativi, inqualificabili, danni su tutta la categoria. I fatti sono molto più concreti, e decisamente più complicati, aggiungerei. Pensa alle multinazionali del settore dell’intrattenimento. Una società che gestisce centinaia di migliaia di famiglie in tutto il mondo si dovrebbe piegare ai capricci dell’estro di un individuo? Niente di più lontano dal vero».

«Però la figura dell’artista o, per allargare il campo, dell’autore, continua ad essere un punto di riferimento per un editore. Talvolta è anche più importante dell’opera pubblicata».

«Mi stupirei del contrario. La bussola di un imprenditore punta sempre all’euro, si sa, e pare che la strategia di chi traccia le rotte di mercato sia ancora questa. La trasformazione del nome di un autore in un marchio è una preoccupazione sempre più comune tra gli editori, purtroppo. Non sono un analista, ma penso che potrebbe anche esserci una correlazione tra la crisi nel settore della carta stampata e le pubblicazioni che – a dire degli stessi editori – sono troppe e tutte uguali. Forse servirebbe una pausa di riflessione sulla vicenda».

«Che mi dici del tuo Staff? So che non sei da solo in questo percorso».


Staff? Mai parlato di uno Staff».

*** NO SIGNAL ***
Problemi di Connessione
Questa pagina non può essere visualizzata perché ci sono dei problemi col Sito

«Ok ok, va bene. L’architetto di questo fantastico sito, Mr. B, si  occupa della gestione, dell’organizzazione e della programmazione dei canali di informazione. Tra le altre cose, ha disposto la sezione News, un’area adibita a blog che ha reso possibile l’interazione con i followers, all’interno della quale compaiono articoli che spaziano dagli appuntamenti, ai fumetti, all’attualità. L’altra figura chiave è Loop. Loop si occupa dell’intermediazione, del managing, della pianificazione e dei numeri. E’ anche seria da far paura, per questo è lei a chiudere i contratti. Ci sono anche tante altre persone, sostanzialmente tutti i collaboratori e bene auguranti, che credono nei nostri progetti e si adoperano per il successo delle collaborazioni. A loro, come sempre, va tutta la mia devozione ed amicizia».

«Domanda di carattere personale. In fondo, sei ancora il misantropo ed eremita di un tempo?».

Beh, sto parlando con te, quindi se non altro ci sono dei progressi che puoi apprezzare. Esco poco dallo Studio, è vero, e le volte che capita è per estrema necessità, o per girare nei boschi qui vicino, vero anche questo. Solo di recente, ho visto una coppia di tassi. Il resto del mio tempo libero lo divido tra svolgere le faccende, produrre ottima birra, e berla da solo. La compagnia non è il massimo, d’accordo, ma come ho detto, la birra è ottima».

Luke, ti ringrazio per la chiacchierata e per l’accoglienza! Ti auguro un buon lavoro!».

«Grazie a te! Ciao a tutti, ci si vede in giro!».

E anche oggi è venuto il momento dei saluti! Per vedere i lavori e le pubblicazioni potete dare un’occhiata alla sezione Portfolio che è sempre in aggiornamento, per maggiori informazioni, se siete interessati agli originali, o avete bisogno di realizzare copertine, fumetti o illustrazioni, potere consultare la sezione Contatti. E vi consiglio di restate connessi sui social! Spesso i followers vengono premiati con Sketches fatti su richiesta!

Grazie e alla prossima!

La vostra Zoe G.B.,

from the Other Side