
Fuori dalla realtà!
Un ben ritrovati ai nostri lettori! Oggi siamo ai confini delle Langhe,
terra di vini e di castelli, per conoscere da vicino una professione decisamente
singolare…
L’ambiente è caldo ed accogliente, in giro ci sono layout di
ambientazioni, di personaggi, colori in tubetti tra computer, tavolette grafiche,
telefoni, tazze vuote e piene, il tutto ricoperto da una fitta coltre di
promemoria. Le pareti sono nascoste da quadri, librerie sovraccariche di libri
e fumetti, e lavagne verdi riempite, anche qui, da appunti in quantità.
L’aria è attraversata da fragranze di caffè e trementina, una decina di pennelli
se ne stanno in un angolo appesi ad asciugare, e un cane, indifferente a quello
che gli capita intorno, è tutt’uno con una poltrona.
«Pensavo» Gli dico «E se ci lasciassimo alle spalle la retorica da marketing
aziendale, e facessimo qualcosa di un po’ più interessante? In fondo, se i
nostri lettori sono qui è perché sono interessati a smarcarsi dai soliti
schemi mainstream, e francamente non credo di essere in grado di persuaderli
più di quanto non possano fare le tue opere. Parliamo apertamente, ti va?».
«Hai detto qualcosa?»
«Lo prendo per un sì, proseguiamo!»

Luca Bergesio, conosciuto nell’ambiente come
Luke, è un illustratore e fumettista
che collabora alla realizzazione di progetti editoriali e di comunicazione
Gli chiedo fino a che punto si debba conoscere un argomento per poterlo rappresentare.
Sebbene il requisito della mia collaborazione, in genere, si limiti alla cura della
forma, è vero che avere un quadro più dettagliato del progetto non guasta mai.
Se non fosse stato per la formazione nella chimica, avrei trovato certamente più
ostacoli nell’illustrazione scientifica in ambito accademico e divulgativo,
per esempio. Comunque la forma non può prescindere dal contenuto, e il contenuto
parte sempre dallo sceneggiatore, o più in generale, dal committente. É il
committente a fornirmi una descrizione più o meno dettagliata di cosa
rappresentare, e di quale messaggio vorrebbe trasmettere, magari con l’aiuto
di qualche riferimento grafico per darmi meglio l’idea. É tutto quello di cui ho
bisogno per svolgere il lavoro in autonomia».
Realizza copertine, illustrazioni e fumetti per editori, e testimonial e manifesti
per enti pubblici e privati.
Si dice che un libro non si giudichi dalla copertina. Sulla questione il mercato
è un po’ più prosaico di così, per usare un eufemismo» dice.
«Una copertina non serve
affatto a giudicare un libro, ma a venderlo. E’ davvero frustrante per un autore
scrivere un libro, trovare l’editore giusto, raggiungere un accordo, aspettare un
anno e alla fine scoprire di non avere un ritorno. Se quel libro non viene venduto,
si è lavorato per niente. La colpa non è dell’opera in sé, ma del fatto che non è
mai arrivata tra le mani del Lettore. Perché? … Già, perché…».
“Lavora da remoto dal suo Studio, attraverso
un processo feedback con il committente per
migliorare ed ultimare e le opere entro la scadenza concordata”
Tradizionalmente questo mestiere si svolge da remoto, è corretto?» Gli domando.
«Proprio così, da Disney a Bonelli, da Glénat a Marvel, tutti e sempre da remoto.
Questo sistema agevola entrambe le parti oltre a consentire collaborazioni
internazionali altrimenti impossibili, e tra call e piattaforme di trasferimento
dati il lavoro diventa ogni giorno più agevole. E poi nessuno vuole vedere un
fumettista dal vivo».

“Luke realizza elaborati sia in maniera
tradizionale che digitale. Questo dipenderà dalla
finalità del progetto, dagli interessi del committente, e dai tempi di consegna”
Mentre parliamo, non posso fare a meno di perdermi nelle splendide immagini appese.
«Quella è una commissione per Natale, cioè, per il prossimo Natale» Dice Luke.
Gli chiedo se sa spiegarmi come delle linee tracciate su un foglio o un monitor
riescano a catturare tanto l’attenzione delle persone.
«Me lo chiedo spesso anch’io. Il motivo sicuramente risiede nel fatto che processiamo
le immagini più velocemente delle parole. Per quanto breve possa essere, un canale
di comunicazione come quello che i lettori stanno utilizzando in questo momento,
un testo scritto, necessita di un processo di decodificazione per accedere sia alla
forma, che alle informazioni che essa contiene. Le immagini hanno la peculiare
caratteristica di abbattere i muri culturali, le lingue, le età e le epoche, con un
solo sguardo. La rappresentazione per immagini è con ogni probabilità la più antica
convenzione ideata dall’uomo, ed è ancora utilizzata oggi poiché la sua semplicità è
elementare, e come tale non può essere scissa e quindi superata».
Prende un fumetto, e osservandolo continua.
«Quando guardiamo un disegno, l’inchiostrazione, i colori, noi vediamo un tutto,
una Gestalt, la trasformazione di una cosa che prima era astratta e trascendente in
qualcosa di visibile, tangibile, immanente. Questo fenomeno è forse la cosa che, in
questa vita, più si avvicina alla mia idea di magia».
«Guardando i tuoi lavori, non posso fare a meno di notare che sono molto diversi
tra loro. Uno è un cartone animato, l’altro sembra un dipinto in stile rinascimentale.
È cosa comune, tra gli artisti, quella di spaziare tanto nella rappresentazione delle
loro opere?».
«La sperimentazione è sempre stato il cuore pulsante di questo lavoro. La scelta
di lavorare unicamente allo sviluppo di una sintesi personale ha indubbiamente i suoi
lati positivi, come la riconoscibilità tanto per cominciare, ma d’altro canto a un’eccessiva,
chiamiamola “specializzazione”, consegue un’etichetta che allontana inevitabilmente
tutte le altre possibilità. Sebbene sia incline al realismo pittorico, ho sempre messo
la versatilità al primo posto, proprio per poter studiare da vicino gli stili più disparati,
e al contempo favorendo le collaborazioni con le diverse linee editoriali. Posso dire,
in definitiva, che per ogni progetto è presente la ricerca di un equilibrio tra forma
e colore, tra grafica e parole; lo studio per individuare le giuste dosi al mero
scopo di sintetizzare una narrazione capace di dare forza al genere e chiarezza al
contesto».
“Perché scegliere un fumetto? Le ragioni sono molte, la più semplice:
i canali del fumetto e dell’illustrazione sono popolari oltre che universali.
Questo fattore da solo è in grado di staccare nella corsa alla visibilità i più
sofisticati piani di comunicazione pubblicitari.”
Il proficuo sodalizio tra il mondo commerciale e quello del fumetto va avanti
da tempo ormai, il progresso sembra includere in ogni suo processo produttivo
questa fase di ibridizzazione. Come spieghi tale fenomeno?».
«I fumetti piacciono alle persone, non ci vuole uno studio di mercato per capirlo.
Dai piccoli commercianti locali alle industrie, dagli organizzatori di eventi fino
alle sfilate di alta moda. Le grandi multinazionali, per esempio, ricorrono sempre
più spesso alla popolarità del fumetto e dell’illustrazione come mezzo per le
pubbliche relazioni, si pensi ai testimonial che compaiono nei loro spot, sulle
confezioni dei prodotti e sui social network. E il discorso va ben oltre le finalità
economiche, infatti possiamo includere chiunque si sia trovato nella situazione di
dover comunicare un messaggio interrogandosi sul modo più efficace per farlo, come
le campagne di sensibilizzazione ministeriali, o il proselitismo religioso. E il
paradosso è che la caratteristica più apprezzata da chi commissiona un personaggio
inventato è proprio la sua concretezza».
«Vale a dire?».
«Beh, un personaggio lo si compra una volta sola, tanto per cominciare. Poi non
è soggetto a tutta quella serie di problemi con i quali noi persone reali invece
dobbiamo confrontarci, come la salute, il tempo, gli impegni… Non è influenzabile
sebbene uno dei suoi compiti sia proprio quello di influenzare, e, cosa più
importante, non rischia di mettere a repentaglio la reputazione del rappresentato
con le sue scelte, le sue azioni, o la sua vita privata. É un’immagine nata
dall’immaginazione e, per un’epoca contrassegnata dal bisogno di soddisfare il
proprio ego, scegliere un rappresentante astratto continua a dimostrarsi l’unica
opzione davvero capace di sottrarsi alle intricate controversie della personalità
umana».
Gli chiedo perché.
«Il pubblico non entra in conflitto come capita con i testimonial in carne ed ossa,
perché non prova sentimenti di reale avversione verso qualcosa che, beh, non è reale»
«In conclusione, riusciresti ad individuare una peculiarità che, più delle altre,
contraddistingue questa professione?»
«Il momento storico che sta attraversando il Paese in cui viviamo mi ha dato
l’opportunità di fare lavori molto diversi tra loro, prima di potermi dedicare
interamente all’arte figurativa. Perciò, razionalizzando sulla base delle mie
esperienze, penso che la caratteristica più significativa di questo mestiere sia
l’incredibile quantità di scelte da operare prima di arrivare ad un risultato finale.
Se un artigiano, come per esempio un cuoco o un pasticciere, per produrre i suoi
piatti può avvalersi all’occorrenza di una ricetta, chi lavora in ambito artistico
sa che non sta scritto da nessuna parte come realizzare il quadro che andrà a
dipingere. E’ uno studio continuo perché ogni volta che si troverà di fronte ad un
dubbio percorrendo la strada che lo porta al risultato finale, dovrà operare una
scelta, dalla quale – e aggiungo nel migliore dei casi – ne ricaverà un profitto
o ne pagherà un prezzo. Certo, può ricorrere all’esperienza, ma senza uno studio
continuerà a dipingere le cose che gli riescono meglio, come possono essere i primi
piani o i mezzi busti, e alla fine il pubblico mangerà la foglia».
«Quindi, l’idea dell’artista che si fa guidare dalla sola ispirazione è davvero
un archetipo?».
«Conosco molti autori, e nessuno rientra in questa definizione. Personalmente,
penso che il talento è ben poca cosa quando è fine a sé stesso, ed ancora meno
quando è raffrontato alla tempra. L’idea romantica può affascinare anche se alla
fine, come tutte le semplificazioni, sono convinto che faccia solo il gioco dei
bias cognitivi, con i relativi, inqualificabili, danni su tutta la categoria. I
fatti sono molto più concreti, e decisamente più complicati, aggiungerei. Pensa
alle multinazionali del settore dell’intrattenimento. Una società che gestisce
centinaia di migliaia di famiglie in tutto il mondo si dovrebbe piegare ai capricci
dell’estro di un individuo? Niente di più lontano dal vero».
«Però la figura dell’artista o, per allargare il campo, dell’autore, continua
ad essere un punto di riferimento per un editore. Talvolta è anche più importante
dell’opera pubblicata».
«Mi stupirei del contrario. La bussola di un imprenditore punta sempre all’euro,
si sa, e pare che la strategia di chi traccia le rotte di mercato sia ancora questa.
La trasformazione del nome di un autore in un marchio è una preoccupazione sempre
più comune tra gli editori, purtroppo. Non sono un analista, ma penso che potrebbe
anche esserci una correlazione tra la crisi nel settore della carta stampata e le
pubblicazioni che – a dire degli stessi editori – sono troppe e tutte uguali.
Forse servirebbe una pausa di riflessione sulla vicenda».

«Che mi dici del tuo Staff? So che non sei da solo in questo percorso».
Staff? Mai parlato di uno Staff».
*** NO SIGNAL ***
Problemi di Connessione
Questa pagina non può essere visualizzata perché ci sono dei problemi col Sito
«Ok ok, va bene. L’architetto di questo fantastico sito, Mr. B, si occupa della
gestione, dell’organizzazione e della programmazione dei canali di informazione.
Tra le altre cose, ha disposto la sezione News, un’area adibita a blog che ha reso
possibile l’interazione con i followers, all’interno della quale compaiono
articoli che spaziano dagli appuntamenti, ai fumetti, all’attualità. L’altra
figura chiave è Loop. Loop si occupa dell’intermediazione, del managing, della
pianificazione e dei numeri. E’ anche seria da far paura, per questo è lei a
chiudere i contratti. Ci sono anche tante altre persone, sostanzialmente tutti i
collaboratori e bene auguranti, che credono nei nostri progetti e si adoperano per
il successo delle collaborazioni. A loro, come sempre, va tutta la mia devozione
ed amicizia».
«Domanda di carattere personale. In fondo, sei ancora il misantropo ed eremita
di un tempo?».
Beh, sto parlando con te, quindi se non altro ci sono dei progressi che puoi
apprezzare. Esco poco dallo Studio, è vero, e le volte che capita è per estrema
necessità, o per girare nei boschi qui vicino, vero anche questo. Solo di recente,
ho visto una coppia di tassi. Il resto del mio tempo libero lo divido tra svolgere
le faccende, produrre ottima birra, e berla da solo. La compagnia non è il massimo,
d’accordo, ma come ho detto, la birra è ottima».
Luke, ti ringrazio per la chiacchierata e per l’accoglienza! Ti auguro un buon
lavoro!».
«Grazie a te! Ciao a tutti, ci si vede in giro!».
E anche oggi è venuto il momento dei saluti! Per vedere i lavori e le pubblicazioni
potete dare un’occhiata alla sezione Portfolio che è sempre in aggiornamento,
per maggiori informazioni, se siete interessati agli originali, o avete bisogno
di realizzare copertine, fumetti o illustrazioni, potere consultare la sezione
Contatti. E vi consiglio di restate connessi sui social! Spesso i followers vengono
premiati con Sketches fatti su richiesta!
Grazie e alla prossima!
La vostra Zoe G.B.,
from the Other Side